Background

Il cluster marittimo nazionale rappresenta per l’Italia un importante settore economico: contribuisce al 2,6% del Pil nazionale, all’11% della produzione nella branca dei trasporti, e utilizza quasi l’1% delle unità di lavoro rilevate nel Paese, quota che raggiunge il 2% considerando anche l’impatto a monte e a valle, per un totale di circa 480.000 addetti (Cluster marittimo e sviluppo in Italia e nelle regioni - CENSIS - Settembre 2011). Nello scenario europeo basterà ricordare che l’Italia mantiene il 1° posto in Europa per importazioni via mare (185,4 milioni di tonnellate di merci), ed è al 3° per esportazioni (47 milioni). Nel traffico passeggeri infine, l’Italia è al primo posto con 6,7 milioni di persone come base e destinazione delle crociere. I punti di forza italiani sono l’elevata qualità del servizio e dei prodotti realizzati, il significativo patrimonio di manodopera qualificata disponibile e la capacità di innovazione legata alla cantieristica navale.

Anche le risorse umane del Sistema della Ricerca su questi temi sono rilevanti: si tratta di circa 1.500 ricercatori, di soggetti privati e pubblici. Il settore della ricerca marina comprende diversi Enti di Ricerca Pubblici (CNR, OGS, INGV, ENEA, Stazione Zoologica) e Consorzi Interuniversitari (CoNISMa, CINFAI); nonostante la frammentazione delle attività che ha sinora reso difficile la realizzazione di azioni complessive a carattere strategico, questo settore esprime eccellenza scientifica e leadership nella conoscenza del Mar Mediterraneo. La ricerca sulla pesca, infine, è svolta principalmente da Enti Pubblici come CNR e ISPRA (ex-ICRAM), nonché da Università, Cooperative di Ricerca, Consorzi e Enti Locali.

RITMARE rappresenta un’opportunità senza precedenti per il “sistema mare” italiano, ed anche una sfida per i soggetti partecipanti, pubblici e privati. L’insieme di queste competenze può ora essere adeguatamente valorizzato nell’interesse del sistema Paese anche per la riaffermazione del ruolo politico-economico dell’Italia nello scenario mediterraneo.

Lo sforzo d’investimento nella ricerca in campo marittimo e marino attraverso il progetto RITMARE offre infatti l’opportunità di valorizzare e far convergere le esperienze di questa vasta e complessa comunità, moltiplicandone le capacità progettuali e le capacità di reperire ulteriori finanziamenti, anche attraverso specifiche attività di valorizzazione e ottimizzazione dello sfruttamento dei dati raccolti e attività dedicate di divulgazione dei risultati raggiunti, organizzate, come specificato nel seguito, in due progettualità trasversali.

Le caratteristiche del progetto permettono di far operare in sinergia diverse realtà esistenti in Italia. Grazie a una cabina di regia unica si superano le incomprensioni che in passato hanno spesso portato a un frazionamento dei saperi in nome della libertà di ricerca. Il progetto coinvolgerà anche moltissime realtà produttive del settore e, anche tramite il trasferimento tecnologico, farà da volano per la competitività dell'industria nazionale.

Dal punto di vista della ricerca, si tratta soprattutto di far convergere su un programma comune gli Enti di Ricerca, riducendo gli effetti negativi della loro frammentazione, e catalizzando con maggiore continuità la presenza italiana sui tavoli di progettualità internazionale. In questa direzione due aspetti sono particolarmente rilevanti: riconoscere e mettere a sistema le eccellenze scientifiche dove si trovino, riconoscendo quindi ai singoli gruppi di ricerca il credito internazionale che possono documentare, massimizzando l’effetto positivo del finanziamento RITMARE. Una più coordinata e supportata presenza italiana dove si discute la strategia europea del mare permetterà al nostro paese di aumentare la propria capacità di accedere a finanziamenti comuni per la ricerca. Inoltre, RITMARE offre per la prima volta in Italia l’occasione di formare una nuova generazione di giovani ricercatori su discipline di confine e ad alto contenuto tecnologico.

Per quanto riguarda le realtà produttive del settore, queste sono messe a sistema con la componente tecnologica del mondo della ricerca sul mare: questo permette all’industria di poter potenzialmente attingere al migliore background della comunità scientifica italiana. Oltre a contribuire a rispondere alla domanda di innovazione da parte dell’industria cantieristica, il progetto RITMARE costituisce l’occasione per coinvolgere l’Industria italiana su i temi della costruzione di nuovi strumenti e tecnologie innovative necessari al rilancio della ricerca di frontiera e al monitoraggio intelligente dell’ambiente marino.

Particolare attenzione è rivolta alla divulgazione ed al trasferimento tecnologico degli esiti delle varie attività ed alla loro valorizzazione in termini di brevetti. Con il supporto delle strutture dedicate già attive presso il CNR, verrà istituito un ufficio di trasferimento tecnologico che avrà il compito di valutazione del potenziale di mercato dei risultati di ricerca e di valorizzazione dell’invenzione (supporto al project management e al project financing per le fasi di prototipazione e ingegnerizzazione, ecc.); ricerca di partner per lo sfruttamento commerciale dei brevetti. La struttura potrà fornire supporto tecnico nella definizione dei contratti e gestione della proprietà intellettuale ed assistenza per il deposito di domande di brevetto. L'ufficio di trasferimento tecnologico si occuperà anche di facilitare i vari enti e consorzi partecipanti al progetto nella creazione di nuove imprese ad elevato contenuto tecnologico (spin-off), fornendo supporto alla valutazione del potenziale di mercato dell’iniziativa e alla definizione e stesura del business plan.

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